venerdì 7 gennaio 2011

Come si cura l’INfARTO MIOCARDICO?

In caso di infarto miocardico, certo o sospetto, il paziente viene ri-
coverato in un particolare reparto con attrezzature e personale qua-
lificato per la cura degli “attacchi di cuore”, chiamato Unità di Cura
Intensiva Coronarica (UCIC o UTIC). In realtà in questo reparto so-
no ricoverati non solo i pazienti con infarto, ma anche con partico-
lari forme a rischio di angina (ANGINA INSTABILE), con alterazioni
del battito cardiaco pericolose (ARITMIE), con gravi incapacità di
pompa del cuore (SCOMPENSO CARDIACO) od altre malattie
che possono venire prontamente individuate e curate. In questo re-
parto il paziente viene controllato 24 ore su 24 per mezzo di elet-
trodi applicati sul torace, che permettono di controllare l’elettrocar-
diogramma sui monitor e predisporre gli allarmi per evidenziare
prontamente eventuali aritmie.
Quest’ultime sono più frequenti nelle prime ore, mettendo talora a
rischio la vita del paziente, se non curate prontamente.
Viene eseguito un ecocardiogramma e sono misurati frequente-
mente altri parametri quali la pressione arteriosa, il respiro, la quan-
tità di urine emesse, ecc...
Vengono eseguiti, infine, più esami del sangue nel corso della giorna-
ta, per misurare la quantità di enzimi cardiaci, cioè di quelle sostan-
ze liberate dalle cellule che vanno incontro a morte. Questo per-
mette sia di confermare la diagnosi di infarto, sia di stimare l’entità del
danno subito.
Il trattamento prevede l’utilizzo di vari farmaci, in particolare gli agen-
ti trombolitici, della cui importanza abbiamo già parlato in prece-
denza. In molti casi la coronaria può essere riaperta con l’angiopla-
stica primaria, cioè sottoponendo immediatamente il paziente ad
una coronarografia per individuare l’arteria occlusa e riaprirla per
mezzo di un palloncino che viene gonfiato all’interno del vaso. Mol-
to spesso viene applicata una retina chiamata “stent”, per mantene-
re il vaso aperto. Esistono 2 tipi principali di stent: quello semplice e
quello medicato. Quest’ultimo è in grado di rilasciare un farmaco che
impedisce la restenosi, ossia la riocclusione del vaso.
Superata la fase acuta della malattia il paziente viene trasferito in un
reparto di terapia post-intensiva, dove inizia la deambulazione e do-
ve viene sottoposto ad ulteriori esami prima della dimissione.
Dopo l’applicazione di uno stent devo seguire particolari precau-
zioni?

Si dovrà avere particolare cura nell’assumere correttamente la tera-
pia che è stata prescritta, in particolare la terapia antiaggregante, cioè
la terapia in grado di prevenire la formazione di trombi all’interno
dello stent. Generalmente vengono prescritti 2 farmaci contempo-
raneamente (solitamente aspirina + ticlopidina o clopidogrel) per al-
meno 1 mese, in caso di stent semplice, o per almeno 12 mesi in ca-
so di stent medicato.

1 commento:

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